I racconti del Cilento: leggende e storie tramandate nei secoli”

L’eco delle onde che si infrangono sulle scogliere e il fruscio del vento tra gli ulivi secolari non sono gli unici suoni che animano il Cilento. Questa è una terra intrisa di magia, dove ogni borgo, ogni promontorio e ogni sentiero ha una storia da raccontare, tramandata di generazione in generazione. È proprio in questo patrimonio immateriale che si nasconde l’anima più autentica di una regione capace di innescare un profondo cilento che passione in chi la visita.

 

 

I miti greci e le leggende medievali si fondono con le credenze popolari, creando un tessuto narrativo affascinante quanto i suoi paesaggi. Viaggiare qui non significa solo ammirare la bellezza della natura, ma anche immergersi in un universo dove eroi tragici, ninfe risentite e misteriose presenze animano l’immaginario collettivo. Lasciatevi guidare in un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta dei racconti che hanno plasmato l’identità di questo angolo incantato del Mediterraneo.

Eroi e Seduzioni: I Miti della Costa Cilentana

La linea costiera, con i suoi anfratti e i suoi capi rocciosi, è il palcoscenico naturale per eccellenza dei grandi miti classici. Molte delle località più celebri del Cilento devono il loro nome a figure leggendarie che hanno popolato le pagine dell’Odissea e dell’Eneide.

Palinuro, l’Eroe Tragico e Kamaratòn la Ninfa

Il celebre promontorio di Capo Palinuro porta il nome del fedele nocchiero di Enea. Il poeta Virgilio, nell’Eneide, narra la triste sorte di Palinuro.

  • Il Tradimento del Sonno: Mentre guidava la flotta verso le coste italiane, il dio Sonno lo fece cadere in mare, spezzando il timone.
  • La Morte in Terra: Dopo tre giorni di lotta contro i flutti, Palinuro raggiunse la riva, ma fu brutalmente ucciso dagli abitanti del luogo, che lo scambiarono per una creatura marina.
  • L’Impegno di Enea: Il fantasma del nocchiero, incontrato negli Inferi, chiese a Enea di dargli degna sepoltura, e solo dopo il rito il luogo prese il suo nome, in onore del suo sacrificio e della sua lealtà.

 

A questo mito si intreccia la leggenda della vicina Marina di Camerota, che deve il suo nome alla bellissima ninfa Kamaratòn. La ninfa era così superba da respingere l’amore di Palinuro. Secondo il racconto popolare, Venere, indignata per il suo rifiuto, la punì trasformandola in una pietra, che oggi sarebbe il promontorio su cui sorge il borgo.

Leucosia, la Sirena di Punta Licosa

Punta Licosa, nel comune di Castellabate, è un luogo di incredibile bellezza naturale, con un piccolo isolotto che spunta a breve distanza dalla costa. Il suo nome deriva dalla sirena Leucosia, una delle tre sirene incontrate da Ulisse (insieme a Partenope e Ligea).

La leggenda narra che Leucosia, il cui nome significa “bianca” in greco, non riuscì ad attrarre Ulisse con il suo canto ammaliatore, grazie all’astuzia dell’eroe. Umiliata e piena di dolore per l’amore non corrisposto, si gettò da un’alta rupe. Il suo corpo, sbattuto dalle onde, si trasformò in roccia, dando vita all’isolotto e al promontorio. È un racconto che fonde il mito omerico con la geografia locale, cementando il legame profondo tra questo territorio e la sua storia antica.

 

 

Misteri Arroccati: Leggende dei Borghi Interni

Se la costa parla di eroi e dei, l’entroterra cilentano, con i suoi borghi abbarbicati e i monti imponenti, è il regno delle credenze popolari, dei fantasmi e delle figure fatate, che ancora oggi alimentano il profondo cilento che passione per il folklore.

Il Fantasma della Molpa: Amore e Tradimento

Una delle storie più drammatiche e romantiche del Cilento riguarda la zona della Molpa, una collina rocciosa tra Palinuro e Pisciotta. Qui si aggirerebbe il fantasma di Donna Isabella Villamarino, l’ultima principessa di Salerno, vissuta nel XVI secolo.

Isabella sposò Ferrante Sanseverino, Principe di Salerno. Il loro amore fu contrastato da potenti nemici politici, in particolare da Don Pedro, che era morbosamente attratto dalla principessa. Dopo che il marito fu accusato di infedeltà e condannato a morte dall’Imperatore Carlo V, Isabella fu distrutta dal dolore e decise di togliersi la vita, gettandosi in mare dalla collina. Si narra che il suo spettro continui a vagare sulla Molpa, in cerca del suo amore perduto.

Il Monte Gelbison: Fate, Streghe e Magia

Il Monte Gelbison (o Monte Sacro), con il suo santuario sulla vetta, è uno dei luoghi più carichi di leggende. Il nome stesso, Gelbison, sembra derivare dall’arabo e significa “Monte dell’Idolo” o “Monte della Fata”.

Una delle narrazioni più celebri lo identifica come il Monte delle Fate.

 

 

  • La Fata Serina: Si racconta che la cima fosse abitata da fate, tra cui la più nota era Serina, che viveva in un castello visibile solo nelle notti di plenilunio.
  • Danza Magica: Si dice che Serina scendesse dal monte per danzare nella Piana del fiume Sele, dove si trovavano i templi di Paestum, evocando con la sua magia antichi guerrieri e la Magna Grecia stessa.

Il folklore popolare cilentano è un universo ricco di figure fantastiche che spesso si intersecano con la storia religiosa, in un sincretismo tipico del Sud Italia. Non è raro sentire racconti di Janare (streghe), Lupi Mannari e Monaci erranti, come quello che maledisse un monastero di Sicignano degli Alburni.

 

Memoria e Tradizione: Il Patrimonio del Racconto Orale

Oltre ai grandi miti e alle figure leggendarie, il Cilento è un custode geloso delle sue storie minute, quelle legate alla quotidianità, alla vita contadina e marinaresca. Queste narrazioni orali sono il vero cuore del cilento che passione per le radici e la cultura popolare.

Il “Cunto de li Cunti” di Celso

Nel piccolo e affascinante borgo di Celso, alle pendici del Monte Stella, si è conservata una ricca tradizione di racconti orali. Questo “racconto dei racconti” (il cunto de li cunti) è stato tramandato per secoli dagli anziani.

Le storie spaziano su temi classici del folklore:

  • Storie di Lupi Mannari e Paura: Racconti che servivano a tenere i bambini lontani dai boschi di notte o a spiegare fenomeni naturali misteriosi.
  • Storie di Chiocce d’Oro e Tesori Nascosti: Narrazioni sulla fortuna e sui tesori celati nelle antiche rovine o sotto i castelli.
  • Storie di Santi e Miracoli: Racconti che celebravano la fede e la protezione divina sulla comunità.

Questi racconti sono un esempio prezioso della letteratura orale del Cilento. La raccolta e la valorizzazione di queste testimonianze, spesso promosse da studiosi e autori locali, è fondamentale per preservare una memoria storica unica.

La Tradizione dei Cunti e dei Cantatori

Il Cilento è una terra dove l’arte della narrazione è stata sempre viva. Fino a non molti decenni fa, i cantaturi o cuntisti erano figure centrali nelle comunità, specialmente nelle serate invernali. Seduti attorno al fuoco o nelle piazze, recitavano versi e cunti in rima, mescolando sacro e profano, storia e leggenda.

Questo genere di rappresentazione aveva diverse funzioni:

  • Istruzione Morale: Trasmettere valori e insegnamenti etici.
  • Divertimento Comunitario: Offrire un momento di svago condiviso.

 

  • Conservazione Storica: Mantenere viva la memoria degli eventi, sia reali che leggendari.

Oggi, iniziative culturali e festival, come quelli legati alla tradizione della Dieta Mediterranea (riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, un ulteriore elemento distintivo del territorio), spesso includono momenti dedicati alla rievocazione di questi racconti, per non disperdere un patrimonio così vitale.

Per comprendere appieno il Cilento, non è sufficiente ammirare i suoi paesaggi; bisogna ascoltare le sue voci, i sussurri del passato che si celano dietro i nomi dei luoghi e nelle rughe degli anziani. I miti di Palinuro e Leucosia, la drammatica storia di Donna Isabella, o la magia del Monte delle Fate non sono solo favole: sono la chiave per leggere l’anima profonda di questa terra.

Questi racconti, plasmati dal mare e dalla montagna, ci ricordano che il Cilento è un ponte tra l’antichità e il presente, un luogo dove la storia non è confinata nei libri di testo, ma vive e respira in ogni anfratto. L’eredità di queste storie non fa che accrescere il cilento che passione per la sua cultura e per la sua gente. Vi invitiamo a visitare questi luoghi e, perché no, a chiedere agli abitanti locali di condividere con voi i loro cunti: scoprirete che la magia è ancora lì, in attesa di essere risvegliata.

Per ulteriori approfondimenti o opportunità di collaborazione, visita https://cilentochepassione.net/.